Nuovo appuntamento con la rubrica Ross Music Box. Uno spazio virtuale dedicato ai piccoli e grandi progetti musicali a cui prestare attenzione nel vasto panorama musicale italiano. Ho scambiato quattro chiacchiere con Walter Celi.
Walter Celi è un polistrumentista, cantante e songwriter pugliese. Il suo modo di fare musica è una poetica della strada che pesca a pieni mani da rhythm and blues, soul e cantautorato italiano anni ‘70 e che ritorna strada con una una dedizione religiosa verso il palco e una grande passione per la componente live. Un cantautore “meticcio” ama definirsi capiremo poi perchè.
Negli anni Walter ha ricevuto vari riconoscimenti di livello nazionale fra cui l’Arezzo Wave 2018, il Premio Mimmo Bucci della città di Bari alla quale è seguito un tour di sessanta date tra cui il palco del Primo Maggio di Roma 2019 e altri festival nazionali.
Nel 2019 il circuito Keep On Live lo ha premiato con il titolo di Best Performer. Il 24 settembre 2021 Celi pubblica She’s Back il suo terzo album a cui segue un tour italiano. Rolling Stone Italia lo sceglie come artista soul italiano dell’anno all’interno del contest Cafè Unplugged con Betty Senatore di Radio Capital come responsabile della giuria.
Nel 2020, in piena pandemia da Covid-19, ho incontrato “virtualmente” Walter, oggi è davvero un piacere poter parlare con lui in occasione dell’uscita del suo singolo “Vero” ma soprattutto in vista del “Vero Tour 2022” che lo vedrà esibirsi in giro per l’Italia insieme ai Blend Project.
Il tour di Celi è organizzato in collaborazione e con il supporto di Puglia Sounds e rientra nella “Programmazione Puglia Sounds Tour Italia 2022” OPERAZIONE FINANZIATA A VALERE SUL POC PUGLIA 2007-2013- AZIONE “SVILUPPO DI ATTIVITÁ CULTURALI E DELLO SPETTACOLO”.
Come e quando Walter hai incontrato la musica? Quali sono gli artisti che hai amato e ami di più a cui ti sei ispirato?
Walter Celi:”Penso che non ci sia mai stato un incontro ufficiale tra me e la musica ma piuttosto un legame viscerale che ho portato avanti sin da i primi anni di vita. Per me la musica è sempre stata un gioco, quando gli altri bambini si divertivano con la PlayStation, io passavo ore registrando cassette con tutti gli strumenti che avevo a disposizione, sperimentavo cose con le mani, con la voce.
Più tardi, fare della musica il mio lavoro è stata la cosa più bella che potessi decidere nella mia vita. Posso continuare a giocare anche da adulto e in pratica non crescere mai.
I miei genitori ascoltavano la musica italiana, quella bella: Battisti, Baglioni, Zucchero, Zero, Dalla, Battiato e molti altri. Sono cresciuto con questi artisti ma poi mi sono avvicinato da solo alla musica internazionale amando alla follia Michael Jackson, Sting, ma anche saltellando allegramente da un genere al suo opposto. A periodi ascoltavo rock, poi hip-hop passando per il metal e il jazz. Da grande poi mi sono innamorato della musica Soul e ancora adesso ho i brividi quando la ascolto”.
Nelle tue vene scorre sangue italiano o meglio pugliese, greco ed etiope. Quanto questo ha influenzato il tuo modo di scrivere e fare musica?
Walter Celi:“Forse questo melting pot che sono le mie origini hanno avuto una parte nel mio modo di vedere le cose, mi hanno spinto inconsciamente ad allargare sempre i confini, a non legarmi mai a una cultura sola e ad ascoltare tanti generi diversi di musica senza alcun pregiudizio.
Il modo di scrivere, di fare musica, però mi accorgo sempre di più che cambia a seconda dagli ascolti che faccio nel periodo in cui scrivo. È l’orecchio che assimila, elabora e restituisce nella sua maniera personale. È così che nasce la mia musica”.
Hai all’attivo tre album: Lost in the Womb of the Night (2017), Blend (2019) e She’s back (2021). C’è un legame tra di essi oppure ognuno vive di una storia a sé?
Walter Celi:“Ogni album che ho pubblicato è stato concepito e scritto in modo diverso, non c’è un vero filo conduttore musicale che li unisce: il primo album Lost in the Womb of the Night fu una raccolta dei brani migliori che avevo scritto negli anni, registrati totalmente in analogico con strumenti acustici, il secondo lavoro Blend invece è stato scritto interamente in un solo inverno è l’ho registrato sperimentando l’elettronica.
Con She’s Back ho voluto emulare i suoni e le atmosfere della musica degli anni ’70 che io adoro e ho fatto un preciso lavoro di pre-produzione, cosa che invece in Blend avevo tralasciato.
Per quanto riguarda i testi invece, spesso in essi riprendo argomenti che ho lasciato in sospeso nei lavori precedenti, continuo a parlarne, li approfondisco o addirittura mi contraddico nei lavori successivi. I testi seguono lo stato d’animo del momento e a volte essi ritornano ciclicamente forse con un fardello di esperienze in più accumulate negli anni”.
Preferisci esprimerti in lingua inglese però hai composto anche brani in italiano. Il 26 maggio 2022, infatti, uscirà il tuo nuovo singolo “Vero” che darà il via ad un nuovo tour.
Walter Celi:“Di solito agisco in maniera istintiva, anche questa volta con Vero l’ho fatto: mi sono liberato di tutti i pregiudizi e i condizionamenti esterni e mi sono riappropriato naturalmente del mio linguaggio. Ho scritto questo brano in lingua italiana ma che in realtà di italiano ha solo il testo. Armonie e groove portano invece, immediatamente l’ascoltatore altrove, oltre oceano, magari in qualche jazz club di New York, dove la scena Neo Soul è viva e va avanti ormai da anni”.
Nella composizione dei brani e in tour ti accompagna la Blend Project band. Mi racconti qualcosa dei tuoi compagni d’avventura?
Walter Celi:“Suonare con Blend Project è la cosa più bella che mi sia capitata. Il quartetto l’ho formato io. Ho scelto personalmente uno a uno negli anni i suoi componenti e sono felice e onorato di condividere il palco con delle persone così diverse e così vere.
I miei compagni di avventura sono: Donny Balice, alla tromba che suona con me dal 2017, dal giorno in cui lo chiamai al telefono disperato perché avevo il mio primo concerto qualche giorno dopo e non mi sentivo pronto per affrontare da solo il palcoscenico. Con lui ne abbiamo passate tante e credo che non raggiungerò mai con nessun’altro la sintonia musicale che c’è tra noi due. Noi non abbiamo bisogno di provare e neanche di guardaci. Siamo una sola cosa io e Donny.
Dario Starace che si è unito a noi nel 2019 oltre ad essere uno splendido batterista (al quale rompo molto le palle essendo batterista anch’io) è un ottimo producer ed è anche il mio migliore amico.
Beppe Scarangelli, il più giovane tra noi, ha cominciato il suo percorso con Blend Project nel 2021, anno di uscita di She’s Back. Beppe mi ha sempre trasmesso sicurezza e sul palco è una spalla perfetta. Da quando c’è lui sento che la band è al completo”.
Improvvisamente ti ritrovi ad essere nominato Ministro della Cultura. Quali sono i primi provvedimenti in ambito musicale che prenderesti e perché?
Walter Celi:”Non ho mai pensato a questo però sicuramente farei in modo (non so come) che anche in Italia, come nel resto del mondo, il musicista venga considerato come gli altri lavoratori e che non debba vivere per tutta la sua vita nel precariato assoluto.
Sosterrei poi quei posti in cui si suona, e non parlo di posti dove il cibo viene considerato alla pari o addirittura più importante dello spettacolo a cui si sta assistendo. Parlo di quei contenitori dove la gente va per ascoltare musica. I posti che fanno una programmazione seria di musica originale che ospitano artisti piccoli o grandi che siano. Posti che educhino la gente a non passare i loro weekend sempre e solo tra ristoranti o pub ma, facendo qualcosa di diverso, che arricchisca la loro anima come ascoltare un bel concerto dal vivo”.
VERO TOUR 2022 – Walter Celi & Blend Project
26 maggio- Slash Plus, Napoli
27 maggio- Drunk in Public, Morrovalle (MC)
28 maggio-Cane, Genova
29 maggio – Mr. Rolly’s, Vitulazio (CE)
3 luglio – Fly Calaporto, Polignano a Mare (BA)
8 luglio- Respira Festival c/o Stairway, Campagna (SA)
22 luglio- TBA, Taranto
20 agosto- PK Games & Music Cafè, Lanciano (CH)
date in aggiornamento