Non è un Lavoro per Donne: intervista all’ingegnera del suono e cantante Nancy Tungsten in occasione dell’uscita del suo primo EP “Tender” (Goodfellas).
Eli Nancy Natali è sound engineer, cantante, impastatrice di suoni e nasce nel 1981 a Sydney, crescendo fra l’Australia, Ginevra e Roma.
Il primo disco di song-writing esce col nome di Eli Natali nel 2008 (“Interprétation”, FunkyJuice Records) e da quel momento il lavoro di Nancy si articola e dirama in diverse direzioni e progetti. Dapprima il progetto alternative rock Danso Key – “Golpe”(Viceversa Records 2013), “Lava” (Unrecords 2019) – poi nella voce ed i bruitage di Urinate (industrial sperimentale) e nella seconda chitarra e voce di Female Trouble Band (rock & roll disperato “Pop-up rock ‘n’ roll”, Goodfellas 2016), fino alla voce di NKOS (post-punk new wave electronica “From Dust to Life” Beatbuzz Records, 2020).
Nancy Tungsten è il suo nuovo progetto cantautoriale con sequencer, synth e chitarre abrasive. Il 5 novembre 2024 è uscito il suo primo EP dal titolo “Tender”. A portare continuità al percorso di Nancy troviamo fra i credits apporti musicali di Stellan Veloce e Elisa Abela (bandmates di lungo corso con Danso Key), ma anche nuove relazioni musicali come Alice Salvagni (bassista degli Aguirre) e Giada Squarcia che finalizza il mix e la produzione dell’EP.
“Tender” è composto da quattro brani dalle atmosfere notturne e melanconiche che ho immaginato perfettamente inserite in una serie tv. Ascoltandolo ho proprio immaginato Nancy esibirsi sul palco del Bronze, il locale della serie Buffy – The Vampire Slayer. Sono rimasta stregata, le sue influenze musicali che hanno radici chiare nel panorama anglosassone anni 90, mi ha portata dritta verso quelle atmosfere a cui ammetto di essere molto legata.
Ho scambiato quattro chiacchiere con Nancy su questo nuovo progetto e non solo.
Sei nata in Australia, sei cresciuta tra la Terra dei Canguri, la Svizzera e l’Italia. Come questi tre Paesi hanno influenzato la persona che sei oggi e il tuo modo di fare musica?
Nancy Tungsten: “Beh sicuramente sono stata plasmata dà un idea tutta anglosassone della musica. Il mio primo ricordo musicale dopo le filastrocche delle elementari è di Kylie Minogue che canta “Do the locomotion” negli anni 80 in Australia. Poi la radio francese che si sentiva nelle regioni transfrontaliere della Svizzera francofona, e le band degli anni 90 che bucavano quel tetto di vetro: i Nirvana, i Noir désir, Louise Attaque, Muse e le innumerevoli cantautrici nord americane. Infatti non riesco a trovare – ancora! – una quadra per scrivere e cantare in italiano che mi faccia sentire a mio agio. Ma sono sempre più vicina! E questo è per parlare della lingua. Ma in generale anche a livello musicale penso che la mia produzione sia molto informata della scena anglosassone 90s. Si trovano echi di grunge e trip-hop nei brani di questo EP”.
Raccontiamo, a chi non lo sa ancora, di cosa si occupa un’ingegnera del suono?
Nancy Tungsten: “Un’ingegnera del suono, può fare tante cose diverse nella pratica! Alla base di queste attività però si trova una conoscenza da un lato di come funziona il suono, la sua propagazione, le caratteristiche delle sue fonti, e dall’altro le tecniche per catturarlo e piegarlo ai mille utilizzi che se ne possono fare. Registrazioni musicali, di dialoghi, foley per il cinema, sonorizzazioni di ambienti, live, post-produzione, sound designing e tanto altro”.
Come è nato il tuo ep nuovo EP “Tender”?
Nancy Tungsten: “Da tempo cercavo una quadra sonora per vestire il mio progetto solista (dopo tanti anni di band), questo mi ha richiesto un grande sforzo d’immaginazione per la produzione. Ho lottato per portare a termine questo lavoro di rifinitura, più volte abbandonato e ripreso.
Ho scelto 4 brani, quelli che avevano un’urgenza che non potevo ignorare, su i quali concentrare la mia attenzione disattenta. E’ stata la loro urgenza e un mio lento processo di cambiamento che ha dato luce all’EP che fra poco uscirà in digitale e in vinile. Hanno un’unità sonora data dagli strumenti che li accompagnano ma hanno anche diversi temi in comune che non svelerò qui ma che sono evidenti nei videoclip che sono stati realizzati per i due singoli dell’album. Ops, mezzo album”.
Da donna, d’artista in questi anni ci sono stati episodi che ti hanno ferita umanamente e professionalmente? Se sì come hai reagito?
Nancy Tungsten: “Da anni combatto l’idea stereotipata che le donne musiciste sono per lo più cantanti che producono musica melodica e soave, poco preparate tecnicamente. Anche per questo sono diventata tecnica del suono.
E’ un combattimento prima di tutto con me stessa, per migliorarmi, non ricadere in quello stereotipo. Ed è per questo anche che devo tanto alle band di cui ho fatto parte dove ho imparato i colori dell’elettricità (anche se sono artefici della perdita di parecchie mie frequenze dell’udito! ride, ndr). Quindi alla sufficienza posso dire di aver risposto con la grinta“.
In tema di diritti per le professioniste del mondo musicale (cantautrici, autrici, musiciste, addette ai lavori, ecc.) secondo te, quali sono le battaglie da dover portare avanti nei prossimi anni?
Nancy Tungsten: “In tema di diritti delle professioniste del mondo musicale, penso che in linea di massima le battaglie sono le stesse che negli altri settori, dove ci sono doppi standard per gli uomini e per le donne, in termini di trattamento economico e non. Ma devo dire che non sono abbastanza addentro all’industria musicale per andare oltre a questo.
Andando oltre i diritti, per le donne che si esibiscono sul palco – musiciste come attrici, etc – esiste la battaglia legata al cambiare l’idea che devi essere bella, e possibilmente giovane, prima di ogni altra cosa. Tutto questo deriva da una cultura in fondo ancora sessista, c’è poco da fare”.