Non è un Lavoro per Donne: intervista alla cantautrice partenopea Federa. Il 20 ottobre 2023 è uscito “Ibrido” (Tippin’ Factory) prodotto da Calmo e distribuito da Ada Music Italy.
Federica Vezzo aka Federa è cantautrice e musicista, nel 2017 esce il primo in EP in acustico “Viento ‘e curaggio” e a novembre dello stesso anno LIBEREVOCIFESTIVAL. Nel 2018 vince la VII Edizione del “Festival dei Castelli Romani” ed è ospite di Red Ronnie al Barone Rosso.
Nel 2019 esce “Da Piccola“, il primo singolo ufficiale in full band, registrato, prodotto e missato da Massimo De Vita (Blindur) e Paolo Alberta presso Le Nuvole Studio di Cardito (NA). Nel marzo dello stesso anno Federa è in semifinale a Musicultura -Festival della canzone popolare e d’autore XXX Edizione. A maggio è nella line-up del concerto “Primo Maggio Napoli” e a luglio partecipa “Memorabilia Festival”.
Nel 2020, in piena pandemia ho partecipato, insieme a quel che è diventato poi mio marito, al video ufficiale di “QRNTN“, singolo di Federa registrato e prodotto a distanza da Danjlo. Nello stesso anno esce poi la canzone prodotta da Phonix dal titolo “I miei giganti“. Nel 2021 esce il singolo “Passione e freva”.
Arriviamo poi a ottobre 2023 quando è uscito “Ibrido”, il nuovo lavoro discografico di Federa. Ho conosciuto Federica qualche anno fa grazie al grande lavoro che abbiamo fatto come Club 33 Giri a Santa Maria Capua Vetere (CE) ho visto sbocciare il suo talento.
Questo EP ha qualcosa di magico che ti trascina in un mood avvolgente e dinamico che mi ha riportato in parte alla memoria “Mangio troppa cioccolata” di Giorgia prodotto dall’immenso Pino Daniele.
Ho scambiato quattro chiacchiere con Federa per farmi raccontare il nuovo EP e non solo.
“Ibrido”, come è nato il titolo del tuo nuovo ep e quali emozioni ci sono finite dentro? La copertina poi l’hai realizzata tu, qual è l’idea che c’è dietro?
Federa:” Il titolo IBRIDO nasce proprio perché questo EP è frutto di un mix tra: generi musicali, strumenti e sentimenti. Dentro c’è la mia visione di alcuni aspetti che caratterizzano le relazioni, con gli altri e con se stessi, così come ci sono sonorità diverse tra loro: soul, rnb, funk, cantautorato.
La copertina, creata da me, vede un astronauta in contemplazione sulla punta della penisola Sorrentina, al di là dei diversi riferimenti spaziali che troviamo in IBRIDO, quell’astronauta rappresenta chi, come me, tocca una nuova terra e si dedica il giusto tempo per esplorarla, così a giuste dosi, con i giusti tempi, sto sperimentando e scoprendo questa nuova terra sonora e artistica”.
Mi racconti brano per brano il tuo nuovo lavoro?
Federa:”Sorrento 66, il cui titolo richiama un po’ la famosa ROUTE 66 Americana , è la presa di coscienza che certe cose se devono accadere, accadono, chi dice sia il destino, chi invece sia solo la forza di volontà, chi l’unione delle energie. Tutto è dentro questo pezzo.
Centro, il primo singolo pubblicato dell’EP, con un inizio soul e un cambio repentino di mood nella sua seconda parte, “centro” descrive l’incontro con le auree potenti, persone, sentimenti, che diventano centri di gravità fortissimi, lontani dai quali non riusciamo a stare, “tu sei tutto ciò che attrai” del ritornello, per me racchiude proprio questo concetto.
Astronauti, il feat. con il rapper Ugo Crepa, è l’istantanea di una relazione che trova pace “solo se è ad alta quota”, litigare, far pace, scappare, tornare, tutto sempre al massimo, senza mezze misure, solo labili e fragili momenti di sospensione.
Salvo solo te, tra i pezzi che più adoro suonare live. Quante cose perdiamo durante il giorno? E nelle nostre borse? Lì poi si perde davvero tutto, le chiavi di casa, il portafogli, il cellulare, gli auricolari, la pazienza, le parole giuste, le sbagliate… ecco, tra le tante cose che perdiamo, io credo che tutti sappiamo cosa salvare.
La fine del mondo, forse tra i più intimi dell’EP, racconta quei litigi così forti in cui davvero sembra scoppiare la fine del mondo, sembra davvero che si stia rompendo tutto, ma poi, quando una relazione è vera, pura, basta un niente, uno sguardo, un sorriso, una battuta per far tornare la pace e rimettere quei pezzi al loro posto.
Nun ce ne ascimme cchiù il feat. Calmo nel pezzo più scanzonato dell’EP, grazie alle sonorità funky e all’utilizzo del dialetto napoletano, si affronta con ironia la sensazione di affanno rispetto ad un mondo iper-accelerato e distratto. ‘‘Nun ce ne ascimme cchiù’’ è esaltazione, avvilimento, sarcasmo, speranza, amarezza e presa di coscienza che non sempre la vera felicità risiede nel sogno americano”.
“Ibrido” vede la produzione artistica di Calmo. Come è nata la collaborazione con lui?
Federa: “Gigi (Calmo) l’ho conosciuto in primis come cantautore, il suo approccio alla musica mi ha colpito dal primo momento, quando poi gli ho detto delle mie idee musicali, esplicitando la voglia di dar spazio a suoni diversi, ai generi che più amo e ascolto, lui, che mastica senza dubbio questo mondo, ha sposato il progetto.
Ha iniziato a lavorarci traccia dopo traccia, sempre con intuizioni giuste, divertenti, è stato bello lavorare a questo disco con lui anche perché è stato costruito insieme, vivere le produzioni così da vicino non mi era mai capitato e sinceramente credo sia alla base di una buona e soddisfacente riuscita”.
Lo scorso 21 ottobre hai presentato l’ep a Villa di Donato a Napoli, come è andata? Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti live? Chi ti accompagnerà in quest’avventura?
Federa: “La presentazione del disco a Villa Di Donato è stata magica, io ovviamente pervasa da ansia ed adrenalina, mi sono sciolta dopo un paio di pezzi (sorride, ndr).
Sul palco con me c’è il maestro Claudio Attonito (batterie acustica/elettronica e sequenze) e Antonio Manco (chitarra elettrica). Io canto e suono il basso.
È ormai un mesetto che stiamo portando IBRIDO in giro per club e ci sta regalando tante soddisfazioni, nel 2024 abbiamo già un po’ di appuntamenti fissati in giro per la Campania e non solo, speriamo di poterlo suonare il più possibile anche fuori dalla nostra regione, io credo molto in questo nuovo progetto e credo possa essere apprezzato per diversi aspetti”.
Da donna, d’artista in questi anni ci sono stati episodi che ti hanno ferita umanamente e professionalmente? Se sì come hai reagito?
Federa: “Ci sono stati, sebbene pochi, episodi in cui i commenti arrivati post live non siano stati propriamente dedicati alla mia musica, io non sono una litigiosa, anzi, sono una persona che tende sempre a rispondere sorridendo, con ironia, tranne alcune occasioni, in cui ovviamente il sorriso non basta, anzi.
Fare un complimento ad un’artista perché “piacevole” oltre che brava, non è un male, farlo con parole e modi sbagliati si, credo sia fastidioso, poco rispettoso e a volte anche squallido.
Dal punto di vista professionale, da donna, artista, soffro lo “spazio ristretto”, questo senza dubbio, notare una certa preferenza e predisposizione nell’inserire in lineup festival, in programmazioni musicali, sempre più uomini che donne, è svilente“.
In tema di diritti per le professioniste del mondo musicale (cantautrici, autrici, musiciste, addette ai lavori, ecc.) secondo te, quali sono le battaglie da dover portare avanti nei prossimi anni?
Federa: “Prima di parlare di battaglie, direi che dobbiamo parlare di “armi”: talento, pazienza, caparbietà, sicurezza, resistenza, condivisione e forse un altro centinaio di cose.
Avere qualcosa da dire oggi, in musica, sembra quasi un lusso, riuscire a farlo una vera battaglia, hai detto bene. Mi sorprende che ancora non si riesca a fare gruppo, a fare squadra, a rendere unica una voce che resta sempre troppo in sordina.
Ecco io a questo punterei, unire le forze e puntare un po’ i piedi, senza competizione, senza tirare i piedi, senza puntare il dito, il “fare” ha sempre avuto più forza del solo “dire” secondo me, ed è questo che mi auguro; più arte al femminile, più spazio e più riconoscimenti, soprattutto”.