Non è un Lavoro per Donne: intervista alla compositrice e chitarrista LO:VE in occasione dell’uscita del suo primo disco “I’m”.
L’obiettivo della rubrica “Non è un Lavoro per Donne” è dare maggior voce e spazio alle donne di talento nel campo dello sport, dell’economia, della politica, delle scienze, della cultura e delle arti.
Protagonista dell’intervista di oggi è Carlotta Amore in arte LO:VE. Il suo progetto è basato su sonorità ambient, post-rock, shoegaze. Carlotta ha un approccio unico alla composizione musicale, combinando la sua conoscenza della teoria musicale con la sua sperimentazione di suoni e immagini. È costantemente alla ricerca di nuovi suoni e spinge i confini della musica con il suo uso creativo dell’elettronica e dei percorsi visivi.
Lo scorso febbraio è uscito “I’M” per l’etichetta Accannone Records, post produzione e mixing a cura di Massimo De Vita (Blindur) e Luca Maria Stefanelli (Stefanelli), mastering di Giovanni Nebbia. Sette brani strumentali compongono il primo lavoro discografico di LO:VE che denotano le grandi capacità espressive che la sua musica è capace di regalare senza le parole.
Quando la Musica ha attraversato la tua vita per la prima volta? Il primo ricordo che hai di lei.
LO:VE:”Non ho un ricordo preciso. Ho iniziato a studiare chitarra più o meno all’età di dodici anni. Mi ha sempre affascinato ed attratto il concetto che, la musica, più di tutte le altre arti fosse invisibile, volatile, magica e che qualsiasi percezione potesse essere unica, personale, ma allo stesso tempo condivisibile. Quindi più che di un ricordo parlerei di attrazione fatale”.
Sei laureata triennale in chitarra jazz poi magistrale in “Musica applicata alle immagini”. Quanto sono stati importanti questi due percorsi per te?
LO:VE:”Entrambi i percorsi sono stati fondamentali. Il jazz mi ha permesso di strutturare e approfondire armonia, accordi, struttura, improvvisazione, di capire quanto un canovaccio potesse essere manipolato, de-strutturato, ricostruito.
La laurea magistrale invece, mi ha concesso la possibilità di comprendere concetti espressivo-visuali: tridimensionalità, multimedialità, e binomio immagine-suono. Entrambi i percorsi si sono rivelati importantissimi per il mio percorso artistico”.
Ho letto che stai studiando Musicoterapia. Da quanto hai iniziato questo percorso?
LO:VE:”Ho intrapreso il percorso di musico-terapia due anni e mezzo fa. Ho approfondito il valore dell’espressione sonora, come strumento di bene-essere e veicolo di relazione. Sono stata coinvolta, come operatrice del laboratorio musicale, nel carcere minorile di Nisida.
L’attività intercetta diversi scopi e piani d’intervento: quello della relazione, dell’incremento dell’autostima e della fiducia nei propri mezzi e nelle risorse personali, quello dell’espressività creativa e della didattica musicale. E’ un’esperienza intensa ancora in corso”.
“I’M” ovvero “Io sono” è il titolo del tuo primo disco. Un titolo che non è una semplice presentazione ma una rivendicazione o sbaglio? Quali sono le emozioni che lo hanno ispirato?
LO:VE:”Il titolo del disco non rivendica me, ma l’esperienza più importante di tutte: l’amore .
Ho cercato di esplorare coscienza, percezione, emotività. Ho pensato ad “I.M.” come un’opera aperta, in continua evoluzione; Il mio obiettivo? Creare un universo di significati attraverso il suono.
Non svelerò le ragioni e il significato dell’acronimo “I.M.” perché ritengo che ognuno debba essere libero di sviluppare la propria personale visione, immaginazione, pensiero”.
Come è nata la collaborazione con Massima De Vita e Luca Maria Stefanelli?
LO:VE:”Credo che le persone che incontriamo nel nostro viaggio abbiano un motivo ed un valore più grande di quanto possiamo immaginare.
Tutto accade per un motivo! Conosco Massimo da moltissimo tempo e posso assicurarvi che ci sono pochissime persone con la sua sensibilità artistica e professionale. Massimo è una perla rara.
Luca l’ho incrociato qualche anno prima del mio album, in studio da Max. Non avrei mai immaginato che potessimo lavorare insieme! Ho scoperto una bellissima sensibilità”.
Lo scorso 10 marzo allo Spazio X a Caserta c’è stata la live performance di presentazione del disco. Come è andata? Stai preparando un tour in vista dell’estate?
LO:VE:”La performance live è stata bellissima, un’esperienza quasi catartica, al di sopra delle mie aspettative. Rispetto la questione tour sto cercando delle date, ma sappiamo benissimo che il periodo post-covid ha lasciato voragini. Posso solo anticipare che ho qualche sorpresina in serbo, quindi cuore e orecchie collegati”.
In quanto donna e musicista in questo inizio di carriera ci sono stati episodi che ti hanno ferita umanamente e professionalmente? Se sì come hai reagito?
LO:VE:” No, non c’è mai stato nessun episodio, ma se mi fosse capitato avrei risposto con il lavoro, la tenacia e la passione che ogni giorno metto in ciò in cui credo”.
In tema di diritti per le professioniste del mondo musicale (cantautrici, autrici, musiciste, addette ai lavori, ecc.) secondo te, quali sono le battaglie da dover portare avanti nei prossimi anni?
LO:VE:”Credo che una persona debba raggiungere posizioni di rilievo per merito, non per legge. Tuttavia, mi rendo conto che questo argomento serve a scuotere le coscienze, la sensibilità dell’opinione pubblica.
In futuro riusciremo a trovare un equilibrio di buon senso, perché una cosa è certa: uomini e donne devono avere le stesse le stesse opportunità”.