Nuovo appuntamento con la rubrica Ross Music Box. Uno spazio virtuale dedicato ai piccoli e grandi progetti musicali a cui prestare attenzione nel vasto panorama musicale italiano. Protagonista dell’intervista di oggi è il musicista e cantante Leon Seti.
Leon Seti è il progetto solista nato nel 2016 dalla mente e dalla voce di Leonardo Baldi. Con sede ad Amsterdam, Londra e Arezzo, il suo electropop nostalgico e sperimentale è stato più volte trasmesso sulle frequenze della BBC, è apparso su Billboard Italia e in varie pubblicazioni internazionali. Il suo primo album “Cobalt” ha raggiunto la posizione numero 1 nella classifica elettronica di Itunes Italia. Leon Seti ha suonato al Men/Go Festival, alla O2 Academy Islington e The Spice of Life a Londra, oltre che in club storici come lo Spin Time Labs a Roma e Il Cassero a Bologna.
Il 27 gennaio 2023 è uscito “Grimoire”, secondo lavoro discografico interamente scritto da Leon e prodotto da Pancratio. Il progetto è stato sviluppato e lavorato tra Londra e Roma in un periodo di quasi tre anni, “Grimoire” è un disco pop elettronico immerso in una dimensione musicale e figurativa British molto originale, dieci tracce in cui i dolori dell’anima vengono fuori e cercano di cicatrizzarsi in perle da preservare. Questo è quello che questo disco mi ha tirato fuori dal cuore.
Ho scambiato due chiacchiere con Leon sul suo disco e sul suo percorso artistico.
Arezzo, Londra e Amsterdam sono le tre città della tua vita. Cosa hanno rappresentato per te e cosa rappresentano oggi.
Leon Seti: “Arezzo è il posto dove sono nato e da cui sono voluto scappare, per cercare nuove esperienze e scoprire il mondo.
Lancaster è la prima città in cui mi sono trasferito e sono diventato un adulto: le prime relazioni, la burocrazia e l’università. Nel 2017 mi sono trasferito a Londra, dove ho vissuto e ottenuto un Master. La mia convivenza con questa città è stata molto conflittuale. Ci sono molte opportunità, ma è una città in cui è difficile mantenere amicizie, la vita è molto cara, e dove ho sofferto molto di depressione, soprattutto durante la mia ultima relazione.
Nel 2021 ho scoperto Amsterdam e per adesso sono ancora innamorato di questa città. Mi sembra perfetta per me, ha una misura molto più umana”.
Come e quando hai incontrato la Musica? Quali sono gli artisti che ti hanno influenzato di più?
Leon Seti:” Ho cominciato a scoprire la musica che mi piaceva abbastanza tardi, quando facevo le medie, perché nella mia famiglia mia sorella era quella con i dischi e che aveva disposizione artistica, mentre io ero solo bravo a scuola.
Il primo disco che ho comprato è stato Born This Way di Lady Gaga, un tripudio di elettronica massimalista che mi ha aperto le strade verso la musica più sperimentale di Bjork, Madonna, Banks, Peter Gabriel, Kate Bush, Anohni ed altri”.
Bellissima la copertina del tuo nuovo disco “Grimoire”. Chi l’ha realizzata? Personalmente mi ricorda molto il quadro “Ofelia” di John Everett Millais.
Leon Seti: “Grazie mille, la copertina è stata realizzata da Jacopo Bucciantini, e la produzione e la direzione artistica sono del collettivo culturale L’ulcera del signor Wilson. Voleva essere un omaggio alle illustrazioni di Brian Froud.
“Grimoire”. Quali sono le emozioni che lo hanno ispirato?
Leon Seti: “L’ispirazione dell’album si cela dietro traumi passati che volevo rielaborare e trasformare in piccole caramelle balsamiche. C’è di sicuro molto dolore nel disco, ma sembra quasi un sentimento antico, come se fosse completamente fossilizzato”.
Mi racconti le 10 tracce compongono “Grimoire”?
Leon Seti:”Abyss è un pezzo sperimentale che parla di una lite con un ex. Quando la distanza tra due persone diventa un abisso, è inutile cercare di essere qualcosa di diverso solo per cercare di riavvicinarsi. A volte l’unica cosa da fare è fissare il vuoto e subire la vertigine.
And I’m Gone è una canzone sul mio rapporto con la città di Londra. Parla della facilità disarmante con la quale ho lasciato tutto alle spalle e me ne sono andato da un posto tossico, che mi stava lacerando da anni. Cito la strana impossibilità di vedere la costellazione di Orione che, da anni, era diventata un mio punto fisso.
Grimoire è la traccia che dà titolo al disco è un pezzo dance che vuole trasmettere l’euforia che permea il futuro e l’ignoto. La foresta di fate di Grimoire diventa il simbolo dell’inaspettato: lasciare indietro le proprie credenze e abbracciare l’infantilità e la gioia di vivere.
Downfall è un pezzo senza beat, costruito interamente con un sample vocale intrecciato e armonizzato, che parla delle contraddizioni umane e della religione. Considerare l’umanità sacra e allo stesso tempo come una malattia, retrospettivamente, non ha senso. A volte sarebbe meglio vivere senza porsi domande morali e metafisiche. Concludo il pezzo con un’affermazione di ateismo.
7am è una ballata elettronica molto sofferta e parla di una mattina precisa. Nella pandemia mi sono trovato a dover aiutare mia madre durante una delicata operazione ad un occhio. La canzone è nata dall’improvvisa consapevolezza, nella giornata dell’operazione, di avere due personalità conviventi, una molto fragile e una molto forte che coesistono in pace.
Baptised è un pezzo elettronico quasi R&B scritto intorno alla melodia altalenante di un piano synth molto pacato. Il pezzo tratta della difficoltà del relazionarsi con i propri genitori e dell’idea che i figli siano completamente modellati sia dai traumi che dagli affetti. L’egoismo degli esseri umani porta inevitabilmente a cercare di plasmare la propria prole, lasciando talune volte delle ferite nello spirito. La metafora del battesimo viene usata in quanto azione traumatizzante non consensuale.
Decomposed è un brano raccontato come una storia d’amore fallita, in realtà parla del mio rapporto con il denaro che mi sfugge subito dalle dita, come un amore non ricambiato. Il pezzo ha un climax e una presa di coscienza molto accentuata, seguita dalla consapevolezza che forse le cose possono cambiare. Nella canzone c’è una citazione lirica a Minuetto di Mia Martini.
Il primo singolo ad essere stato pubblicato è If Only e parla della difficoltà di lasciare indietro persone vicine afflitte dalla depressione. Sarebbe così facile se soltanto dire un nome potesse trasmettere calore e affetto, per risparmiarsi il dolore di vedere familiari perdere la voglia di vivere.
Arriva l’alba sulla foresta di Grimoire. Il brano Inside è una ricerca di intimità: come una confessione a mezza voce di voler essere presente per sempre e per ogni momento con un amante. Come un luce che scalda sia fuori che dentro. Il pezzo è “anticlimatico”, come ad intuire la riuscita fallimentare di questa ricerca.
Lullaby è la canzone che definisce musicalmente e liricamente tutto l’album. Si chiama ninnananna ma in realtà e una lite. Lullaby ha un climax dove rinfaccio ad un interlocutore una serie di comportamenti e concludo con un consapevole “you’ll never say sorry/ and that’s fine/ I guess”. Arrabbiarsi non cambierà mai le persone, ma a volte fa molto bene. La magia della foresta di Grimoire svanisce alla fine di questo pezzo, passando da un’alta tensione e tornando alla calma cosmica del personaggio della copertina”.
Il disco è prodotto da Pancratio. Come è nata la vostra collaborazione?
Leon Seti: “Nel 2019 cercavo un produttore per lavorare a dei brani che non sapevo come arrangiare. Ci siamo conosciuti tramite una conoscenza comune e da allora siamo diventati molto uniti, sia a livello artistico che personale, e abbiamo cominciato a lavorare all’album”.
Stai lavorando a un tour? Quando potremo ascoltarti live?
Leon Seti: “Questa estate vorrei venire in Italia a suonare, vi tengo aggiornati”.
Improvvisamente ti ritrovi a essere nominato Ministro della Cultura. Quali sono i primi provvedimenti in ambito musicale che prenderesti?
Leon Seti: “Disporrei dei fondi per corsi di composizione e produzione musicale nelle scuole e
incentiverei festival musicali per coltivare i talenti locali nei comuni. Ma questa domanda è troppo complicata per rispondere in modo esaustivo”.