Ross Music Box: intervista al chitarrista e cantautore Alex Ricci. ‘METE’ è il suo terzo album da solista, uscito lo scorso 1 marzo, pubblicato da Freecom e Cosmica con il contributo del Nuovo IMAIE.
Alex Ricci, chitarrista e cantautore, inizia a suonare a 9 anni e oggi è considerato uno tra i migliori chitarristi blues italiani. Nel 2004 partecipa al Pistoia Blues Festival. Nel 2006 suona al fianco di Dywane Thomas (padre di MonoNeon), parte per Londra, si esibisce nei club della capitale e frequenta il bluesman Otis Grant. Dal 2007 al 2022 è stato il chitarrista degli Après la Classe, lavorando a quattro album e ai relativi tour in Italia e all’estero (USA, EU). Nel 2008 riceve il “Premio Lorenzo Vecchiato” come migliore artista blues. Nel 2013 pubblica il primo album, “GONNA ROSSA”(Auand). Nel 2014 nasce Idea Sonica, la sua scuola di chitarra a Giulianova (TE).
Nel 2018 collabora con il Bluesman Corey Harris. Nel dicembre 2021 pubblica “LA VERITA’” (Cosmica/Freecom Music). Tra il 2022 e il 2023 insieme alla band Fabulous Wood collabora e divide il palco con Kellie Rucker, nota armonicista/cantante blues statunitense. Tra il 2023 e 2024 Alex lavora insieme al Producer Daniele ”Bengi” Benati al terzo album da solista intitolato “METE” uscito lo scorso marzo e composto da dieci brani (divisi fra 7 canzoni e 3 strumentali).
Il Blues, il Soul, il Cantautorato, il Pop, la World Music e il Folk, questi i diversi generi che vengono raccontati attraverso le chitarre e la voce di Alex. Ho fatto una chiacchierata con lui in occasione dell’uscita del disco.
Quale è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Alex Ricci: “Uno dei più significativi è sicuramente quello della festa di carnevale alle scuole elementari, tra i regalini della tombola un mio amico vinse un’armonica a bocca, gli chiesi in ginocchio se volesse scambiarla con delle figurine dei calciatori, lui accettò dicendo ‘certo, non so neanche a cosa serve’. Lì è iniziato il mio grande viaggio nella musica!”
Nel 2006 sei stato per un periodo a Londra. Che esperienza è stata? Come hai vissuto la musica nella capitale inglese?
Alex Ricci:” Il ricordo di Londra è molto forte, ho comprato un biglietto di sola andata, la mia valigia conteneva anche la chitarra smontata e un ampli a batteria, il giorno dopo l’arrivo ero in strada a suonare. Ogni lunedì andavo alla Jam del “Blues Bar”, lì ho conosciuto molti musicisti tra cui Ian Siegal, Paul Garner e Phil Hughes con cui suonavo spesso. Durante il periodo londinese ho avuto la fortuna di frequentare Otis Grand un grande chitarrista blues purtroppo scomparso nel 2023, mi ha insegnato tanto, mi voleva bene. A distanza di tanti anni posso dire che è stata un’esperienza fondamentale“.
Dall’esperienza in band a quella da solista, come e quando è nata questa esigenza?
Alex Ricci: “Ho sempre desiderato avere un mio progetto. Quando avevo 18 anni, per esempio, in trio facevamo solo cover Blues Rock riarrangiate, ma non ero soddisfatto, così ho iniziato a scrivere delle cose strumentali, è scattato qualcosa che piano piano mi ha portato ad aggiungere dei testi così sono nate canzoni come ‘Solo un fiore’, ‘Gonna Rossa’ e ‘Chi di noi Due’, da lì sono andato sempre avanti nella scrittura”.
“Mete” è il tuo terzo album, c’è un filo conduttore con i precedenti? Quali emozioni ci sono finite dentro?
Alex Ricci: “Mete è fortemente legato a ‘Gonna Rossa’ e a ‘La Verità’, dentro ci sono i viaggi, l’amore, la passione per il blues e l’esigenza di migliorare il legame fra la musica e il testo dando continuità al mio percorso, spero credibile e sincero“.
Nel brano ‘Comu du uè uè’ canta insieme a te per la prima volta tua figlia Alice. Mi racconti come è andata? Immagino sia stata un’emozione immensa.
Alex Ricci: “Sono felice di aver inserito ‘Comu du uè uè’. Volevo che la canzone avesse questo sound Afro/Cubano ma la mia voce ci stava malissimo, una volta abbozzata la base l’ho fatta ascoltare ad Alice, lei non era molto convinta di cantarla, alla fine l’ho convinta, è stata una magia”.
Hai calcato diversi palchi in Italia e all’Estero. Hai un episodio particolare che ti porti nel cuore (nel bene e nel male)?
Alex Ricci: “L’esperienza americana con gli Après La Classe è una delle più belle, una settimana in giro per gli States e tre concerti fra New York, Los Angeles e Miami, insieme ad artisti come Negrita, Subsonica, Casino Royal, Elisa, Caparezza ecc., a distanza di anni la porto ancora nel cuore“.
Improvvisamente ti ritrovi a essere nominato Ministro della Cultura. Quali sono i primi provvedimenti in ambito musicale che prenderesti?
Alex Ricci: “Per la cultura e per la musica in Italia si deve fare ancora tanto rispetto ad altri Paesi europei. Il modo migliore è sempre attraverso i bambini: già alle scuole elementari è fondamentale destinare più tempo alla scoperta, all’ascolto e all’analisi dei generi musicali e degli artisti che più hanno rappresentato le varie epoche.
I bambini a scuola devono imparare, suonare e capire la musica prima possibile, è un linguaggio universale che fa bene al mondo intero“.